Mobilità sostenibile nelle città: dove siamo oggi e dove stiamo andando?

27 Giu 2024 | Infrastruttura elettrica

Mobilità sostenibile nelle città: dove siamo oggi e dove stiamo andando?

27 Giu 2024 | Infrastruttura elettrica

I trasporti su strada, di persone e merci, sono una delle principali fonti di inquinamento nelle aree urbane, un fenomeno dalle molteplici implicazioni negative, sia dal punto di vista della salute, sia in quanto a costi sociali ed economici.

Diversi studi si concentrano sul tema e i dati che restituiscono sono tutt’altro che confortanti. È il caso, ad esempio, del rapporto Mobilitaria 2023, nel quale è stata presa in esame la qualità dell’aria di 14 grandi città Italiane, analizzando l’andamento delle concentrazioni di inquinanti e i relativi superamenti nel periodo 2006-2022.

Lo studio ha focalizzato l’attenzione sulle concentrazioni di Biossido di azoto (NO2) e particolato (PM10, PM2,5). In particolare, sono state valutate le concentrazioni annuali di questi inquinanti, confrontandole con l’anno precedente per determinarne il tasso di crescita, e sono stati considerati i superamenti orari di NO2 e giornalieri di PM10. 

Analizzando i dati del 2022 e confrontandoli con quelli del 2019, è emerso che le concentrazioni di NO2 non sono tornate ai livelli pre-pandemici. Tuttavia, considerando l’andamento dal 2006 al 2022, si nota una riduzione delle concentrazioni di NO2 e PM in tutte le città, nonostante persistano significative criticità riguardanti i superamenti del limite giornaliero del PM10.

La presenza di questi inquinanti è da attribuirsi principalmente alle emissioni dei motori termici, senza distinzioni tra motori a benzina, metano, GPL o diesel. 

Se desideri approfondire ti invitiamo a leggere anche questo articolo: “Decarbonizzazione dei trasporti, di cosa si tratta?”

Gli effetti sulla salute dei cittadini

Nel rapporto “Harm to human health from air pollution in Europe: burden of disease 2023”, l’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), ha preso in esame le concentrazioni nell’aria di particolato fine, biossido di azoto e ozono quali principali inquinanti atmosferici e i loro effetti sulla salute. 

I dati che ne emergono sono inquietanti: nel 2021, infatti, i livelli di questi agenti inquinanti sono rimaste ben al di sopra dei limiti raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) nelle sue linee guida sulla qualità dell’aria.

Nel solo anno 2021, le polveri sottili sono state responsabili di quasi 330.000 decessi nei Paesi dell’Ue. Nello specifico, 253.000 decessi sono stati causati dall’esposizione a concentrazioni di PM2,5, superiori al livello guida indicato dell’Oms di 5 µg/m3, 52.000 sono stati attribuiti all’esposizione a concentrazioni di NO2 superiori ai limiti individuati di 10 µg/m3, e 22.000 decessi sono stati dovuti all’esposizione a breve termine a concentrazioni di O3, di 70 µg/m3 oltre il livello raccomandato.

È quindi evidente la necessità di una trasformazione radicale delle nostre città, sia per le esigenze di decarbonizzazione dei trasporti, dell’edilizia, dell’agricoltura e dell’industria, sia perché le città stanno diventando sempre più l’habitat principale dell’uomo, un habitat che diventa progressivamente meno vivibile e meno salubre.

inquinamento città

Obiettivi da raggiungere sul territorio nazionale

In questo contesto diventa fondamentale accelerare sulla mobilità sostenibile in Italia, facendo ricorso anche alle risorse economiche stanziate dall’UE. Le strade percorribili, in questo senso, sono diverse, così come i fronti su cui intervenire.

Le azioni da intraprendere sono definite nei PUMS, i Piani Urbani della Mobilità Sostenibile, ovvero lo strumento di pianificazione attraverso i quali le amministrazioni predispongono gli interventi necessari per perseguire la decarbonizzazione e la sostenibilità della mobilità.

Cosa prevedono i piani urbani della mobilità sostenibile nelle grandi città italiane?

Puntare al solo comparto del trasporto privato non è sufficiente, occorre intervenire su più fronti, sul trasporto pubblico, ma anche sulle infrastrutture per la cosiddetta mobilità dolce.

La mobilità sostenibile non può prescindere da un trasporto pubblico di massa efficace e non inquinante. A partire dai Comuni capoluogo, è necessario sviluppare un’offerta di trasporto pubblico locale zero emission, promuovendo il trasporto su rotaia, come metropolitane e tram, filobus e attraverso la totale elettrificazione delle flotte di autobus.

Questo a partire dalle principali municipalità nazionali, come Roma, dove circolano oltre 1.400 mezzi di classe di emissione Euro 5 o inferiore, Milano, che ne conta più di 800, e Torino, con oltre 400 mezzi, seguite a ruota dalle altre città italiane. 

Rivoluzionare il parco mezzi con veicoli sostenibili, tuttavia, non è sufficiente: occorre anche intervenire con delle politiche di ottimizzazione del servizio di trasporto pubblico, espandendone la copertura e intensificando in numero delle corse, per adeguare l’offerta alla domanda.

Questo non basta, è necessario intervenire anche su altri fronti:

  • prendendo come riferimento altri Paesi europei, soprattutto quelli del Nord, occorre incentivare lo sviluppo della mobilità attiva (ciclabile e pedonale) ridefinendo l’ecosistema urbano e realizzando infrastrutture dedicate, come piste ciclabili
  • istituire zone a velocità limitata
  • creare aree interdette alla circolazione di veicoli a combustione.
  • incentivare la diffusione della mobilità elettrica condivisa, puntando non solo alle auto, ma anche a motocicli o biciclette
  • promuovere la riduzione del tasso di motorizzazione, quindi del numero di auto
  • incentivare l’elettrificazione dei mezzi di trasporto privati.

Azioni per promuovere la mobilità elettrica

Lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica per auto elettriche – ma anche per veicoli pesanti come camion e autobus – è di primaria importanza per la decarbonizzazione e la sostenibilità della mobilità. 

Sebbene l’Italia sia ancora in ritardo rispetto ad altri Paesi europei, negli ultimi anni, il numero di colonnine di ricarica è cresciuto sensibilmente. 

Alla fine del 2023, le colonnine di ricarica per le auto elettriche in Italia hanno raggiunto un nuovo record di crescita, e grazie al PNRR, la rete nazionale potrebbe ambire a diventare un riferimento per tutta Europa.

Secondo le indagini di Motus-E, al 30 settembre 2023, in Italia erano presenti 47.228 punti di ricarica a uso pubblico, con un aumento del 44,1% rispetto al dato dello stesso periodo del 2022. Nel trimestre luglio-settembre 2023 sono stati installati 2.018 nuovi punti di ricarica, portando il totale dall’inizio dell’anno a 10.456. 

Sul piano regionale, è la Lombardia a mantenere il primato, essendo la prima regione a superare gli 8.000 punti di ricarica distribuiti sul territorio (8.094). Seguono il Piemonte con 4.713 punti, il Veneto con 4.564, il Lazio con 4.558 e l’Emilia-Romagna con 4.050.

La Campania si distingue per il miglior tasso di crescita dell’infrastruttura. Si è registrato un aumento delle stazioni di ricarica anche sulla rete autostradale, con l’80% dei punti di ricarica con potenza maggiore di 43 kW e il 59% oltre i 150 kW.

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