Uno dei dibattiti ancora oggi molto acceso, è quello legato all’inquinamento causato dalle auto a combustione vs quelle elettriche. La domanda che si pongono in tanti è:
quanto inquina un’auto elettrica?
Prima di rispondere alla domanda analizziamo le emissioni che vengono causate dalla raffinazione del petrolio per la produzione della benzina e del gasolio. Secondo lo US Energy Information Administration, per produrre un litro di benzina serve circa 1kWh di energia, che porta all’immissione nell’atmosfera di 530 grammi di CO2 (valore medio Italia).
Per cui, se facciamo il pieno con 50 litri di benzina, già solo con questo abbiamo prodotto oltre 26kg di CO2, prima ancora di aver acceso l’auto.
Questa grande quantità di CO2 va aggiunta a quella che poi viene prodotta dall’auto stessa in movimento.
Sarà un caso che l’Unione Europea abbia fissato al 2035 lo stop alla vendita di auto con motori endotermici?
Dall’altro lato abbiamo le emissioni di CO2 causate dalla produzione delle batterie per le auto elettriche.
In questo caso la maggior parte delle emissioni sono dovute alla lavorazione dei materiali grezzi che vengono usati per produrre accumulatori, mentre una piccola percentuale è imputabile alle attività minerarie per l’estrazione di manganese, cobalto, nickel ecc…
Eppure, se consideriamo l’intero ciclo di vita di una e-car, dall’estrazione dei materiali fino al suo smaltimento, la circolazione di auto elettriche è, di fatto, meno inquinante perché emette meno CO2 equivalente di un’auto a combustione interna con le stesse caratteristiche e prestazioni.
Come ridurre ulteriormente l’impatto ambientale?
Un aiuto concreto sarebbe dato dallo spostamento della catena industriale verso l’uso di fonti rinnovabili a bassa emissione di CO2, così da innescare un circolo virtuoso dove tutti i settori possano beneficiarne.
Ad ogni modo, secondo quanto emerso dall’ultimo rapporto della ong Transport & Environment, il peso dell’estrazione di minerali come il litio, il nickel e il cobalto, utilizzato per i veicoli elettrici, è assolutamente inferiore all’impatto ambientale di un veicolo tradizionale.
Al termine del riciclo di una batteria verrebbero persi solo 30 kg di metalli, mentre per le auto a combustione questo valore è 300 volte più grande.
E poi dobbiamo tenere conto del riciclo! Oltre un quinto del litio e oltre il 60% del cobalto che vengono usati oggi per realizzare una nuova batteria, potrebbero essere riciclati e riutilizzati.
Quali batterie vengono usate per le auto elettriche?
Generalmente vengono utilizzate le batterie agli ioni di litio, che trasformano l’energia potenziale in energia meccanica. Rispetto ai classici modelli al piombo e al nichel, queste sono più compatte, leggere e offrono migliori performance a livello termico.
Un altro vantaggio è dato dal fatto che le batterie agli ioni di litio possono essere ricaricate più volte, anche in modo parziale, senza danneggiarsi in alcun modo.
La loro durata media dipende da fattori diversi, come la tecnologia costruttiva, la struttura del componente usato per la produzione e la data in cui sono fabbricate.
Vengono progettate per durare dagli 8 ai 10 anni, ma tendono a degradarsi prima, intorno ai 7 anni.
Come vengono smaltite le batterie delle auto elettriche
La produzione delle batterie aumenta del 25% ogni anno. Tra una decina di anni ci troveremo con una grande quantità di batterie da smaltire. Rispetto alle batterie tradizionali, ossia quelle che usiamo a casa per far funzionare il telecomando, quelle delle auto elettriche contengono al loro interno elementi inquinanti, come il cobalto o il nickel.
Possono però vivere una seconda vita!
Infatti, possono funzionare benissimo per servire applicazioni diverse e meno impegnative delle auto, ad esempio come batterie di accumulo per le case. Oppure, dalla Finlandia arrivano voci di una soluzione che possa rendere le stesse riutilizzabili per nuovi veicoli o per l’illuminazione pubblica.
Ad ogni modo, servirà presto una direttiva Europea che obblighi tutti i grandi produttori delle e-car a garantire un corretto riciclaggio delle batterie, perché c’è la possibilità di farlo!
Servono stabilimenti appositi per il riciclo che permettano di recuperare da un lato i preziosi metalli al loro interno e dall’altro trovare il modo di riusare la batteria rigenerata in altre applicazioni energetiche.
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